lunedì 4 maggio 2009

I love you, Psychobilly!

Potrei fare follie per Jerry Lee Lewis. Non capisco da dove venga questa mia sviscerata passione per il rockabilly anni '50, sorta di recente. Ma una cosa è certa. Ti amo Rockabilly!
Anche se ti tradirò con il tuo figlio piu giovane...
Ho appena sentito la canzone di un gruppo psychobilly, i Tiger Army, form
atosi nel 95 a Berkeley, storica città attivista della California. Prendono il loro nome da quell'unità speciale dell'esercito americano che nella guerra del Vietnam commise atrocità(ovviamete tutto taciuto) degne di un malato di mente: basti pensare che alcuni di loro portavano appeso al collo un orecchio di una qualche vittima vietnamita.
Sono ciò che piu amo in questo momento: il calore del contrabbasso tipico del rockabilly, batteria e cattiveria punk, qualche chitarra distorta in lontananza e il carisma misto tra un atteggiamento della serie " se vedo uno dei Blink ci pratico la necrofilia!" e "sono uno di loro, ma gli altri non se ne devono accorgere!". Il tutto amalgamato con del buon punk old school, rock'n'roll e "Eighties british allure": The Smiths, Depeche Mode, The Cure, Joy Division.
Prodotti dalla Hellcat Records (che conta tra le sue fila anche i Rancid
), spaziano su atmosfere fantastiche darkeggianti, quasi lullabies, di Oogie Boogie's Song (Cause I'm The Boogie Man/And if you aren't shakin'/Then there's something very wrong/'Cause this may be the last time, now/That you hear the boogie song, ohhh) a quelle puramente punk, sempre tirato, ma velato da una vena di malinconia tipica del post punk di Forever Fades Away, che parte in pole position con una chitarra indomita e un contrabbasso pulsante piu viscerale che mai. Purtroppo perde punti la scelta gotico/dark alla Evanescence, condita di coretti piu adatti a una teen band. Ma del resto In a nightbloom garden/Our hearts did meet/Like the razor's kiss/That sealed our love ci lascia intuire che senza un pò di buio, amore macabro, fiamme, saette e disperazione non si va da nessuna parte; ci si avvicina inesorabilmnte a un genere emo per adulti. La voce cambia rispetto al solito timbro di Nick 13, scappando da Johnny Cash e correndo in direzione no wave/post punk britannica, ma l'aspetto non cambia:"brutta" copia del frontman dei Social Distortion, che tra l'altro hanno supportato nel loro concerto attraverso tutto il paese e nel leggendario Red Rocks Amphitheatre, con tanto di marchio di fabbrica. Entrambi, tatuatissimi, con un volatile, presumo una rondine, sul collo e una bella ragnatela sul gomito destro.
Dello stesso registro Rose of the Devil's Garden: gustoso il contrasto tra una voce sempre effimera, malinconia e sfuggente e un suono questa volta piu caldo e vibrante, di cui ovviamente si fa colonna portante il contrabbasso, come un metronomo e la chitarra orna il tutto con grintose melodie.


Ma scavando nel passato la storia era ben diversa: puro psychobilly, rock'n'roll, sonorità hillbilly e pedal steel guitar.Basti sentire Outlaw Heart: una ballata country, ritmo incalzante, ancora vergine dalle sonorità dark successive. Anche il testo riflette un diverso intento: Cigarette smoke and shadow/a neon cactus in the night/did what i did because i thought that i had no choice/but there's always another way. Never Die, del medesimo album, intervalla momenti revival rock anni '50, puro psychobilly stile Reverend Horton Heat e hardcore punk tra i piu duri, a tratti Oi!.
Uno stile assolutamente unico, preso in prestito qui e la da vecchie leggende rock e punk e (ah, dimenticavo) reso personalissimo dal cantautorato.
Questi giovini talentuosi finalmente hanno smesso di giocare al gioco delle sedie con i componenti del gruppo e han deciso di muovere i loro bei culetti vintage. E, direi, ben fatto: non riesco a tenere fermi i piedi sotto la scrivania.